Anders Ericsson, psicologo cognitivo di rilievo, ha dedicato la propria carriera a decifrare il codice che permette ai fuoriclasse di raggiungere l’eccellenza nelle loro discipline. Attraverso i suoi studi, Ericsson ha delineato un percorso strutturato verso la padronanza: la pratica deliberata, accompagnata dall’investimento di circa 10.000 ore di allenamento nell’arco di 10 anni.
La pratica deliberata è un processo intensivo che comporta vari step. Inizia con l’identificazione di un’area di miglioramento ben definita e si concentra su quell’elemento specifico fino al conseguimento di un progresso tangibile. Questo processo si basa sull’acquisizione di feedback dettagliato e sulla costante revisione delle prestazioni, in un ciclo continuo di perfezionamento.
Per esemplificare, consideriamo la gestione di una riunione. Un approccio basato sulla pratica deliberata suddividerebbe la riunione in componenti fondamentali come la preparazione dell’agenda, l’invio degli inviti, la presentazione degli obiettivi, la trasmissione delle informazioni, fino alla definizione delle azioni operative e dei passi successivi. Ogni elemento viene esaminato singolarmente per identificare e attuare miglioramenti specifici.
L’importanza di esercitare l’abilità scelta con scrupolo e grande attenzione è cruciale. La pratica costante e focalizzata, senza lasciarsi distrarre da eccezioni o divagazioni, è il mezzo attraverso il quale si solidificano nuove abitudini, sostituendo quelle meno efficaci.
Ericsson ha mostrato che il miglioramento è inevitabilmente progressivo, realizzato passo dopo passo. La pratica deliberata non è un processo rapido o facile, ma è la strategia che separa coloro che raggiungono livelli di eccellenza da coloro che si fermano alla mediocrità.