La nostra immagine di sé agisce come un filtro attraverso il quale vediamo noi stessi e il mondo che ci circonda. Questa autopercezione, o “dimensione valutativa globale del sé”, come la definiscono gli esperti, è composta da diverse sfaccettature ed elementi che influenzano il nostro comportamento e la nostra personalità.
Il Dr. Maxwell Maltz ha illuminato l’importanza dell’immagine di sé nella psicologia umana, rivelando come questa non coincida necessariamente con l’immagine che proiettiamo verso l’esterno o con la percezione che gli altri hanno di noi. A volte, la discrepanza tra come ci vediamo e come gli altri ci vedono può essere abissale.
Secondo Maltz, l’immagine del sé funziona come un “cybernetic goal-setting mechanism”, un meccanismo che determina gli obiettivi e le direzioni di una persona. Questa immagine interna definisce i confini di ciò che consideriamo possibile per noi stessi. Se crediamo di poter fare qualcosa, è probabile che ci impegneremo per raggiungerlo. Se invece pensiamo che un’azione sia al di fuori della nostra portata, è improbabile che ci proviamo.
Inoltre, l’immagine di sé è intimamente legata alla nostra autostima. Per sentirsi bene con se stessi, l’immagine interna deve essere in armonia con i valori personali dell’individuo. Questa congruenza tra autoimmagine e valori è fondamentale per l’autostima e può influenzare notevolmente il successo personale e professionale.
L’immagine di sé è quindi non solo la chiave della nostra personalità e del nostro comportamento, ma anche del nostro potenziale. Estendere l’immagine di sé, ampliare la propria autopercezione, può letteralmente estendere la “zona del possibile”, sbloccando nuove capacità e trasformando fallimenti passati in futuri successi.