L’avvento dell’Intelligenza Artificiale (IA) in Hollywood segna l’inizio di un’era rivoluzionaria, in cui la produzione di contenuti potrebbe essere trasformata radicalmente. Il lancio di Sora da parte di OpenAI è un chiaro esempio di questa tendenza: un sistema capace di generare video complessi partendo semplicemente da una descrizione testuale. Questa tecnologia promette di rendere il processo di creazione dei contenuti più efficiente, ma solleva anche interrogativi sul futuro del lavoro nel settore dell’intrattenimento.
Immaginatevi HBO alle prese con la decisione di produrre o meno un nuovo spinoff di Game of Thrones. In passato, la rete avrebbe dovuto investire milioni di dollari solo per realizzare un pilota, con il rischio di scartarlo in seguito. Nel 2018, HBO ha effettivamente speso circa 35 milioni di dollari per un pilota che non è mai stato trasmesso. Ora, con l’introduzione di Sora, lo stesso processo potrebbe costare solo una frazione di quella cifra, permettendo alla rete di risparmiare risorse preziose e di prendere decisioni più informate.
Il dibattito sull’integrazione dell’IA nel mondo dello spettacolo non è nuovo. Gli scioperi congiunti di attori e sceneggiatori dello scorso anno hanno messo in luce le preoccupazioni relative al ruolo crescente dell’IA, portando alla negoziazione di nuove regole per il suo utilizzo. Nonostante questo, la tecnologia necessaria a sostituire completamente i lavoratori qualificati sembrava ancora distante, fino all’arrivo di Sora.
Sora ha dimostrato di poter produrre video di alta qualità che includono scene complesse con più personaggi e una vasta gamma di inquadrature. Sebbene vi siano ancora alcune imperfezioni, come oggetti che compaiono e scompaiono casualmente, il suo potenziale per la creazione di prototipi rapidi è indiscutibile. Questo porta a riflettere sulle immense possibilità offerte dall’IA, ma anche sui potenziali rischi per i lavoratori del settore.
La preoccupazione principale riguarda il futuro del lavoro artistico e tecnico. Molti professionisti temono che il progresso dell’IA possa portare alla sostituzione di ruoli umani. Uno studio pubblicato a gennaio e riportato da The Hollywood Reporter ha intervistato 300 leader del settore dell’intrattenimento, rivelando che tre quarti dei rispondenti ritengono che gli strumenti IA abbiano contribuito all’eliminazione, alla riduzione o alla consolidazione di posti di lavoro nelle loro aziende. Negli anni a venire, si stima che quasi 204.000 posizioni potrebbero essere compromesse, colpendo in particolare ingegneri del suono, doppiatori e professionisti del VFX e della post-produzione.
Questo fenomeno, naturalmente, non incide solo sull’industria cinematografica, ma anche su tutti quei posti di lavoro che rischiano di essere vittima dell’automazione. Carl Benedikt Frey, della Oxford University, sostiene sul The Economist che entro 20 anni il 50% dei lavori sono destinati a sparire completamente.
Queste previsioni però si scontrano con i report presentati dal World Economic Forum, il quale mostra come grazie all’aumento dell’efficienza tecnologica e dell’ottimizzazione dei processi, si ottiene un aumento esponenziale di posti di lavoro.
Non solo, sempre il World Economic Forum sostiene che certamente 75 milioni di posti di lavoro sono fortemente a rischio, ma contemporaneamente lasceranno il posto ad altri 133 milioni di posti di lavoro, che troveranno linfa vitale proprio grazie all’intelligenza artificiale.
Nonostante le sfide, l’adozione dell’IA sembra inarrestabile. Strumenti come Sora offrono nuove opportunità per la pianificazione e la realizzazione di progetti cinematografici e televisivi, potenzialmente migliorando la creatività e l’efficienza. Tuttavia, la sfida rimane quella di bilanciare l’innovazione tecnologica con la salvaguardia delle opportunità di lavoro equilibrate e gratificanti nel settore.
In fin dei conti, l’IA apre a possibilità creative senza precedenti, ma solleva questioni fondamentali sul futuro dell’industria cinematografica e televisiva. La comunità cinematografica dovrà navigare con attenzione tra questi sviluppi, garantendo che l’innovazione tecnologica non vada a scapito dei lavoratori che hanno costruito l’industria dello spettacolo.